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Al termine della finale si è preso la statuetta del Guerin Sportivo come miglior giocatore della fase finale, che lo scorso anno era andato al centrocampista dell’Atalanta Morosini, e che al Viareggio gli era stato sottratto in extremis dal compagno di squadra Cuneaz, ieri in panchina, per un gol fantastico nella semifinale con la Roma, partendo da centrocampo e scartando tre avversari più il portiere. Tratti somatici, nome di battesimo e tocco di palla potrebbero trarre in inganno, ma Sebastian Giovinco non ha nulla di sudamericano, anzi è uno di quelli – una decina, ma l’anno scorso erano ancor di meno – che sono nati nel capoluogo piemontese, facendo tutta la trafila nel settore giovanile. Accompagnato, da sempre, dai dubbi che accompagnato i talenti poco dotati sul piano fisico. A diciannove anni compiuti supera di poco il metro e sessanta, è magrolino e leggero, ma i mezzi tecnici sono di primissimo ordine: agile, scattante e fantasioso il giovane trequartista, utilizzato anche come terzo attaccante libero di svariare ed accentrarsi senza mansioni tattiche, è uno dei giocatori più spettacolari del panorama nazionale, insieme al milanista Di Gennaro e all’ex laziale Russotto, che hanno un anno di meno e qualche centimetro in più. Unico ’87 ad aver giocato titolare la fase finale insieme al centrocampista Venitucci, lo scorso anno, a prescindere da quello che accadrà alla società, verrà confermato in primavera, con l’obiettivo, che in questa stagione non era riuscito a raggiungere, di cominciare a lavorare con la prima squadra. (Francesco Oddi - 9 giugno ’06) |